Per decenni snobbato, a tratti ironizzato o ignorato dai media generalisti, l’Eurovision Song Contest ha conosciuto in Italia un’evoluzione sorprendente. Da evento marginale relegato a trasmissione notturna a show seguito da milioni di spettatori in prima serata, il concorso europeo è oggi uno degli appuntamenti musicali più seguiti del panorama televisivo nazionale.
Ma come si è arrivati a questo punto? Quanto è cresciuto davvero il pubblico italiano negli ultimi anni? E quali sono stati i fattori determinanti per questo cambiamento?
Gli inizi: un’Italia poco coinvolta
L’Italia è tra i membri fondatori dell’Eurovision, con la prima partecipazione che risale al 1956. Tuttavia, l’interesse nazionale per il concorso non è mai stato costante. Nonostante alcuni successi storici — come le vittorie di Gigliola Cinquetti (1964) e Toto Cutugno (1990) — per molti anni il concorso è rimasto ai margini dell’attenzione del grande pubblico. La Rai arrivò persino a sospendere la partecipazione dal 1998 al 2010, citando un calo d’interesse e scarsa rilevanza culturale dell’evento.
Il ritorno nel 2011 e la svolta con i social
Il ritorno dell’Italia all’Eurovision nel 2011, con la sorprendente seconda posizione di Raphael Gualazzi, ha segnato un cambio di passo. Da allora, la Rai ha iniziato a trasmettere regolarmente l’evento su Rai 2 (e successivamente su Rai 1), investendo nella copertura mediatica e avvicinandosi progressivamente al linguaggio del pubblico giovane. L’integrazione con i social media, l’uso di contenuti video virali, le clip delle performance su YouTube e le interazioni su X (ex Twitter) hanno amplificato la portata dell’evento presso nuove generazioni.
Un punto di svolta fondamentale è stato raccontato anche in questo approfondimento dedicato al dietro le quinte dell’evento: Cosa succede dietro le quinte dell’Eurovision.
I numeri: ascolti in costante crescita
Dal 2011 a oggi, gli ascolti televisivi dell’Eurovision in Italia sono più che triplicati. La finale del 2021, con la vittoria dei Måneskin, ha raggiunto oltre 4,3 milioni di spettatori su Rai 1, con uno share del 24%, numeri impensabili fino a pochi anni prima. Anche le semifinali, un tempo seguite solo da una nicchia di appassionati, hanno superato negli ultimi anni il milione di spettatori in diretta.
Nel 2022, con l’Italia paese ospitante (Torino), la finale ha mantenuto alti gli ascolti: 6,5 milioni di spettatori, con picchi superiori a 7 milioni. È stato il programma più visto della serata e uno dei programmi musicali più seguiti dell’anno in Italia.
Il ruolo della Rai e della cultura pop
La strategia della Rai ha avuto un impatto notevole. Negli ultimi anni, l’azienda ha scelto di collegare l’Eurovision al Festival di Sanremo, facendo in modo che il vincitore di Sanremo rappresenti l’Italia all’evento europeo. Questa mossa ha ridotto la distanza percepita tra la tradizione musicale italiana e l’universo pop internazionale dell’Eurovision.
In parallelo, anche la cultura pop ha fatto la sua parte: la crescita della community eurofan italiana, l’uso di meme, la narrazione del contest nei podcast, e le dirette Twitch hanno contribuito a trasformare l’Eurovision in un appuntamento fisso per il pubblico giovane, ironico e digitalizzato.
La spinta dei Måneskin e il consolidamento
La vittoria dei Måneskin nel 2021 non è stato un caso isolato, ma il culmine di un trend già in atto. Tuttavia, il trionfo italiano ha amplificato la risonanza del concorso, consacrandolo definitivamente come un evento mainstream. I Måneskin sono diventati una band di successo globale, portando con sé l’eco dell’Eurovision anche al di fuori dei confini europei.
Dopo il 2021, la presenza italiana al concorso è stata vista non più come un dovere, ma come un potenziale trampolino di lancio internazionale. Il pubblico ha cominciato a seguire l’evento con maggiore consapevolezza e coinvolgimento, discutendo attivamente sui social dei brani in gara, degli outfit, delle scenografie e dei risultati.
Le prospettive future
L’Italia ha ormai consolidato il suo ruolo nell’ecosistema Eurovision. L’interesse cresce anche tra i più giovani, con un pubblico in target 18–34 anni sempre più coinvolto. L’interazione digitale, l’accesso alle clip su YouTube e TikTok, le reaction e i contenuti “dietro le quinte” hanno fatto sì che il concorso non sia più vissuto solo come uno show televisivo, ma come un’esperienza transmediale.
Inoltre, la copertura editoriale italiana è più ampia: blog, giornali generalisti e portali di cultura pop trattano l’Eurovision in modo sistematico, alimentando la curiosità verso le edizioni future, le scelte musicali e le strategie promozionali.
L’evento ha trovato una sua nicchia che si amplia anno dopo anno. Se in passato Eurovision veniva ridotto a una “curiosità europea”, oggi è a tutti gli effetti una parte dell’industria dell’intrattenimento anche in Italia.
Fonti dati
Rai Play Statistiche Annuali, ESCXtra, ESC Insight, Auditel, Eurofestival News, Comunicati stampa EBU.